Chiesa di Santa Maria La Porta

Ultima modifica 16 ottobre 2024

Costruita nel 1496 come si deduce dalla data scolpita sul portale. E’ ad una navata a croce latina, con il soffitto ad affreschi raffiguranti quattro scene bibliche dell’antico testamento.

E’ probabile che abbia inglobato nel suo seno una piccola cappella già esistente.

L’originaria porta di ingresso, come si può vedere ancora dall’arco che la sovrasta, era a nord. Oggi si entra dalle due porte laterali e dal portale centrale. E’ stata restaurata  con diversi interventi a partire dal 1974. Durante i lavori di restauro del campanile e della sagrestia è stato scoperto sull’architrave di una finestra che porta alla torre campanaria, un crocifisso deposto dalla croce riccamente scolpito in legno. Oggi è prevista una nuova e suggestiva sistemazione dell’area adiacente.

La chiesa prende il nome di S.Maria La Porta perchè collocata in corrispondenza di una delle porte che chiudevano  Geraci al tempo dei Ventimiglia.

Portale: In marmo bianco. Ha sull’architrave tre medaglioni tondi. In quello centrale è raffigurato l’Eterno Padre; in quelli laterali l’Annunciazione. Sopra l’architrave sei visi di angeli sono sovrastati da una Madonna col Bambino e quattro  angeli racchiusi in un semicerchio. Una croce sormonta tutto il portale il quale è fiancheggiato da due colonnine riccamente scolpite.

Alla base degli stipiti sono rappresentati  la creazione di Adamo ed Eva e il peccato originale. Oggi si presenta corroso dalle intemperie. Da notare i due stemmi dei Ventimiglia committenti, Simone e Isabella marchesi di Geraci. (verosimilmente Simone I, signore di Geraci dal 1500 e vicerè di Sicilia nel 1516, che sposò Isabella Moncada, governando fino al 1540).

La studiosa d’arte madonita Maria Accascina assegnava il portale alla  collaborazione di  Giovannelo Gagini con Andrea Mancino. Quest’ultimo è presente nel “Privilegium pro marmorariis et fabricatoribus  emanato il 18 settembre del 1487 dalla municipalità di Palermo, essendo attivo in città tra il 1487 e il 1493. La studiosa rapporta il portale di Geraci a quello della chiesa Madre di Mistretta. Molte affinità sono presenti tra le due opere: i capelli, la barba, il panneggio, le ghirlande d’alloro, le testine alate dei cherubini etc. tutte caratteristiche dell’arte di Domenico Gagini riprese dal Vanella e dal Mancino.

Studi recenti hanno quindi attribuito il magnifico portale alla collaborazione di Andrea Mancino con Antonio Vanella  artisti  il cui stile si fa derivare da Domenico Gagini. A confortare l’attribuzione è ancora il confronto delle ampie pieghe delle maniche della veste della S. Lucia e della Vergine del portale di Mistretta, così come di quella della Vergine del portale di Geraci con quello della Vergine del gruppo del presepe nella chiesa dell’Annunziata a Termini Imerese riferito ad Andrea Mancino, cui rimanda anche il manto di S. Agata del portale di Mistretta e quello della Madonna con il bambino della chiesa Madre di Caccamo commissionata nel 1499 ai due artisti.

Risale al 1496.

Opere

Polittico: In marmo dipinto. Rappresenta al vertice Dio Padre; sotto al centro la natività, ai lati l’annunciazione; nella parte sottostante al centro la presentazione di Gesù al tempio, nella parte inferiore i dodici apostoli, e ai lati il Marchese e la Marchesa di Geraci.

E’ attribuito a Giuliano Mancino e bottega e ad Antonio Vanella. Secolo XVI. 

Statua: Raffigura la Madonna della Porta con il Bambino. Attribuita a Domenico Gagini e bottega.  Datata 1475. 

Crocifisso: Scultura lignea del XVII secolo. Si attribuisce alla scuola di Frate Umile Pintorno. Nel 1625 la scultura fu “incarnata” da pittori di Castelbuono. 

Affreschi:  Nella parete di sinistra si trovano tre affreschi raffiguranti  il Battesimo di Gesù,  San Francesco di Paola,  Sant ‘Agostino.

Tele: Nella parete di destra si possono ammirare due tele : San Vincenzo Ferreri del 1757 e il martirio di San Bartolomeo del secolo XVII. 

Statua: Raffigura Sant’Onofrio orante. Presumibilmente del XV/XVI secolo.

Statua:  Raffigura Gesù morto dentro l’urna. Viene portata in processione il Venerdì Santo.

Statua:  Raffigura S. Sebastiano. Scultura lignea policroma. Metà del XVI secolo. Ignoto scultore siciliano.

Acquasantiera:  In marmo bianco del XVII secolo.

Affresco: Sotto l’altare del Crocifisso ligneo è stato rinvenuto un affresco raffigurante la “deposizione di Gesù”. Secolo XVIII.

Crocifisso: Sull’altare maggiore è ben visibile una scultura del XV secolo. In marmo bianco greco. Raffigura la crocifissione. Nella estremità superiore si nota un pellicano. Alla base della croce si nota a destra la Maddalena e a sinistra Maria di Salone.

Affresco: Raffigura la Madonna in trono col Bambino. Di autore ignoto - sec. XV. L’opera evidenzia lo stretto rapporto tra la cultura gotica internazionale e l’arte spagnola divenuta dominante a partire dal 1415 in una Sicilia crocevia di artisti valenziani, catalani e aragonesi.

L’affresco era situato originariamente in una edicola o cappella di dimensioni ridotte, successivamente e forse nella seconda mettà del secolo XV, quando fu costruita la Chiesa per altro ampliata in vari tempi, la porzione del muro in cui era addossata venne in questa inglobata, assumendo la collocazione attuale, all’interno di quella che era un tempo la parete di ingresso della chiesa.

L’affresco era collocato  in posizione elevata rispetto al piano  della cappelletta cui apparteneva.

Interessante è il baldacchino traforato con disegni della carpenteria tardo-gotica, sormontato negli spigoli da piccole figure di uccelli, forse colombe, aventi la funzione di affiancare una piccola testa dell’Eterno. Ai lati del lobo corre una iscrizione in due righi, oggi in gran parte cancellata : si legge in quella di destra: .... “GLIA AGNOLA,  e in quella di sinistra: PATRIA (Patris) e a destra la prosecuzione maiestatis. Nella parte inferiore del trono è presente un motivo decorativo ad intarsio. Stabilire la qualità originaria dell’immagine è difficile. La Paolini, notando gli echi di cultura spagnoleggiante, ha rilevato affinità stilistiche con un dipinto di analogo soggetto collocato su una colonna del Duomo di Cefalù e con quello della chiesa di San Pietro di Piazza Armerina. Tuttavia, sempre presente appare il timbro orientale che testimonia una derivazione da codici a carattere bizantineggiante. 

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Church of Santa Maria la Porta

Built in 1496 as can be deduced from the date carved on the portal. It has a single-nave Latin-cross plan, with a frescoed ceiling depicting four biblical scenes from the Old Testament.

It is likely to have incorporated an existing small chapel into its bosom.

The original entrance door, as can still be seen from the arch above it, was to the north. Today one enters through the two side doors and the central portal. It has been restored with various interventions since 1974. During restoration work on the bell tower and sacristy, a crucifix deposed from the cross richly carved in wood was discovered on the lintel of a window leading to the bell tower. Today there are plans for a striking new arrangement of the adjacent area.

The church is named S.Maria La Porta because it is located at one of the gates that closed Geraci at the time of the Ventimiglias.

Portal: Made of white marble. It has on the lintel three round medallions. In the central one is depicted the Eternal Father; in the side ones the Annunciation. Above the lintel six angel faces are surmounted by a Madonna and Child and four angels enclosed in a semicircle. A cross surmounts the entire portal, which is flanked by two richly carved columns.

At the base of the jambs are depictions of the creation of Adam and Eve and original sin. Today it is weathered. Note the two coats of arms of the commissioning Ventimiglias, Simone and Isabella marquises of Geraci. (Likely Simone I, lord of Geraci from 1500 and viceroy of Sicily in 1516, who married Isabella Moncada, ruling until 1540).

Madonite art scholar Maria Accascina assigned the portal to Giovannelo Gagini's collaboration with Andrea Mancino. The latter is listed in the "Privilegium pro marmorariis et fabricatoribus" issued on September 18, 1487 by the municipality of Palermo, being active in the city between 1487 and 1493. The scholar relates the portal of Geraci to that of the Mother Church of Mistretta. Many similarities are present between the two works: the hair, the beard, the drapery, the laurel garlands, the winged heads of the cherubs etc., all characteristics of Domenico Gagini's art taken up by Vanella and Mancino.

Recent studies have therefore attributed the magnificent portal to the collaboration of Andrea Mancino with Antonio Vanella artists whose style is said to be derived from Domenico Gagini. Supporting the attribution is still the comparison of the wide folds of the sleeves of the robe of St. Lucia and the Virgin of the Mistretta portal, as well as that of the Virgin of the Geraci portal with that of the Virgin of the crib group in the Church of the Annunziata in Termini Imerese referred to Andrea Mancino, to whom the mantle of St. Agatha of the Mistretta portal and that of the Madonna and Child of the Mother Church of Caccamo commissioned in 1499 to the two artists also refer.

It dates from 1496.

Works 

Polyptych: In painted marble. Depicts God the Father at the top; below in the center the nativity; at the sides the annunciation; below in the center the presentation of Jesus to the temple; at the bottom the twelve apostles; and at the sides the Marquis and Marchioness of Geraci.

It is attributed to Giuliano Mancino and workshop and Antonio Vanella. 16th century. 

Statue: It depicts the Madonna della Porta with the Child. Attributed to Domenico Gagini and workshop.  Dated 1475. 

Crocifixo: Wooden sculpture from the 17th century. It is attributed to the school of Friar Umile Pintorno. In 1625 the sculpture was "embodied" by painters from Castelbuono. 

Frescoes: In the left wall are three frescoes depicting the Baptism of Jesus, St. Francis of Paola, St. Augustine.

Canvas: On the right wall are two canvases : St. Vincent Ferreri from 1757 and the Martyrdom of St. Bartholomew from the 17th century. 

Statue: It depicts Saint Onofrio in prayer. Presumably from the 15th/16th century.

Statue: Depicts dead Jesus inside the urn. It is carried in procession on Good Friday.

Statue: Depicts St. Sebastian. Polychrome wooden sculpture. Mid-16th century. Unknown Sicilian sculptor.

Acquasantiera: In white marble from the 17th century.

Affresco: A fresco depicting the "Deposition of Jesus" was found under the altar of the wooden crucifix. 18th century.

Crocifixo: A 15th-century sculpture is clearly visible on the high altar. Made of white Greek marble. It depicts the crucifixion. At the upper end a pelican is noted. At the base of the cross one notices Mary Magdalene on the right and Mary of Salone on the left.

Affresco: Depicts the enthroned Madonna and Child. By an unknown author - 15th century. The work highlights the close relationship between international Gothic culture and Spanish art that became dominant from 1415 in a Sicily that was a crossroads of Valencian, Catalan and Aragonese artists.

The fresco was originally located in a small aedicule or chapel, later and perhaps in the second half of the 15th century, when the church was built for other enlarged at various times, the portion of the wall in which it was leaning was incorporated into it, assuming its present location, within what was once the entrance wall of the church.

The fresco was placed in an elevated position above the floor of the small chapel to which it belonged.

Of interest is the openwork canopy with designs of late Gothic carpentry, surmounted at the corners by small figures of birds, perhaps doves, having the function of flanking a small head of the Eternal. On either side of the lobe runs an inscription in two lines, now largely obliterated : it reads in the one on the right: .... "GLIA AGNOLA," and in the one on the left: PATRIA (Patris) and on the right the continuation maiestatis. In the lower part of the throne there is a decorative inlay motif. Establishing the original quality of the image is difficult. Paolini, noting the echoes of Spanish culture, noted stylistic affinities with a painting of a similar subject placed on a column in Cefalù Cathedral and with that in the church of San Pietro in Piazza Armerina. However, always present appears the oriental stamp that testifies to a derivation from codes with Byzantine character. 


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