Chiesa di Santa Maria Maggiore
Ultima modifica 17 ottobre 2024
Dagli atti dell’archivio parrocchiale risulta che la chiesa di Santa Maria Maggiore fu consacrata il 16 agosto 1495. Ma la sua costruzione risale a più di un secolo prima e cioè verso la mettà del XIV secolo ; ciò si desume da un attento esame del portale e dalle abbondanti tracce del suo stile originario riscontrate e scoperte durante i lavori di ristrutturazione e ricostruzione effettuati dal 1966 al 1970, a seguito di ordinanze di chiusura al culto del sacro edificio.
Si tratta di uno stile singolare determinato dalla cosiddetta arte “SICULO-ARABO-ROMANICA” A proposito di questa definizione e denominazione è da tener presente quanto riferisce il Prof. Emilio Lavagnino Sovrintendente alle Gallerie di Roma e del Lazio. Si tratta della denominazione che gli storici del XIX secolo hanno assegnato alle manifestazioni artistiche siciliane del periodo romanico. Tale denominazione definisce le manifestazioni di un gusto che risente la dominazione normanna e che non trova esempi fuori della nostra Isola. (Enciclopedia Cattolica - vol. XI° -pag. 540).
La chiesa originariamente non aveva le attuali dimensioni. L’attuale coro non faceva parte della chiesa, ne le navate laterali erano così larghe, ma avevano le dimensioni della mettà della navata centrale. Ciò si è rilevato nei lavori di rifacimento della pavimentazione.
Dall’arco centrale aveva inizio un rialzo del pavimento ed ivi doveva essere sistemato l’altare principale secondo lo stile e le norme liturgiche dei “Cistercensi” di cui fa fede lo stesso arco centrale, simbolo del trionfo di Cristo sulla morte : infatti la grande Croce pendente raffigurava da un lato il Cristo Crocifisso e dall’altro il Cristo Risorto.
La chiesa in origine non fu chiesa parrocchiale. Cominciò ad esserlo nel 1460. Dagli atti degli archivi, infatti risulta che il primo Arciprete fu D. Paolo Cuccì morto nel 1472 dopo 11 anni di parrocato. La Parrocchia era San Giuliano. Nella seconda mettà del 1500, avutosi un incremento consistente della popolazione, si pose il problema dell’ampliamento della chiesa e nella metà del 1600 Arciprete D.Nicola Giaconia, non solo venne ampliata ma subì un mutamento radicale dello stile, ricorrendo come era di moda allora, ad uno stile composito di barocco primitivo. Così i bellissimi archi a sesto acuto furono distrutti ai vertici , sostituiti da archi a tutto sesto intonacati con gesso e calce. Il tetto con capriate in legno di quercia e castagno locale scomparve al di sopra di pesanti volte a forma di botte ; furono demolite le finestre arabesche di pietra calcarea e sostituite con finestre a forma di mezza luna sempre rivestite da intonaci ; alle basi di queste finestre furono eseguiti grossi e pesanti cornicioni. Per dare posto alle volte vennero però eliminate le catene delle capriate, accorciati i puntoni (monaci) e abolite le saette, lasciando che il pesante tetto esercitasse una continua ed inesorabile spinta all’esterno. Col trascorre degli anni tale spinta provocò lo sgretolamento delle murature di pietrame al di sopra dei tetti delle navate laterali, provocando numerose lesioni trasversali e longitudinali che nel 1966 raggiunsero proporzioni tali da minacciare il crollo della chiesa. Lo stesso anno, a settembre la chiesa fu chiusa al culto. I lavori di restauro portarono la struttura all’originaria bellezza. In stile barocco sono rimaste le cappelle laterali. Le finestre rifatte sullo stile originario sono diventate ventitrè. Il pavimento è stato rifatto sul modello originario in cotto toscano. L’altare principale in pietra scolpita è stato ricavato da un sarcofago vuoto che si trovava nella seconda cappella laterale di sinistra, sotto la statua lignea di San Pietro.
Facciata della Chiesa di Santa Maria Maggiore: Originariamente era a uno spiovente, mentre oggi si presenta retta.
Il portale “ogivale” in pietra è originale, mentre l’arco decorativo a sesto acuto, la bifora , il rosone e il cornicione sono stati aggiunti in epoca recente, così come i cornicioni della Torre Campanaria.
Le parti angolari della Torre sono stati rifatti in data A.D. luglio 1827.
Sulla Torre è stato sovrapposto l’orologio pubblico.
Le opere - navata di sinistra:
Acquasantiera: In marmo bianco con piedistallo. XVI secolo.
Al centro è scolpita una Madonna col Bambino.
Cappella di S.Lucia
Statua: In legno. Raffigura S. Lucia V. M. Secolo XVII.
Cappella Madonna Maggiore
Statua: Raffigura la Madonna della Neve. Preziosa testimonianza della scultura siciliana della fine del ‘400. In marmo bianco a fiori decorati.
Sulla base di forma ottagonale è scolpita la Resurrezione;
al centro due volti di angeli da un lato e due stemmi (Marchese e Marchesa) dall’altro.
E’ attribuita a Domenico Gagini.
Statua: In legno policromo ante 1717. Rappresenta San Pietro, che regge nella mano sinistra un libro e nella mano destra le chiavi segno del potere attribuitogli dal Divin Maestro. Ignoto scultore napoletano.
Balaustra: In marmo rossiccio con scritta: nella metà di sinistra: Archipresbiter V.I.D.D. Iacobus Barreca. Anno D.ni 1704. Nella metà di destra: Procurator M.r/C Cassata Fecerunt Mar Petrus Ieraci et Mr. Philiph Carancione Pano.ni.
Cappella dell’Immacolata: Tardo settecentesca. Decorata dall’artista siciliano Francesco Lo Cascio di Motta D’Affermo. (doc. 1788).
Statua: Raffigura l’Immacolata. Ignoto scultore siciliano. Sopra la nocchia su gesso si legge: TOTA PULCRA ES ET MACULA NON EST IN TE.
Tela: Raffigura un prelato inginocchiato davanti alla Madonna e sullo sfondo un santuario ed una processione. Si tratta di San Alfonso de Liguori. Nel margine inferiore destro si legge: 1797.
Urna: Contenente reliquia e statua di S. Vincenzo Martire. Si tratta di un reliquiario del IV°sec. Di fattura spagnola che si trovava sotto l’altare principale della Chiesa del Convento dei Cappucini di Geraci.
Quadro: Rappresenta la Madonna delle Grazie. Si tratta di pittura su lamiera del XVII secolo. Proviene dalla Chiesa di S. Stefano.
Cappella del SS. Sacramento
Altare: In marmo policromo. Balaustra marmorea di Salvatore ed Angelo Allegra marmorai palermitani. 1782.
Opere: navata di destra:
Statua: Raffigura la Madonna delle Mercede. In marmo bianco a fiori oro. Databile intorno ai primi decenni del XVI secolo.
Sulla base ottagonale è scolpita la Resurrezione, al centro due volti di angeli e due stemmi dall’altro. (Il marchese e la marchesa).
Il piedistallo anch’esso di marmo mostra scolpito sulla facciata Gesù con i dodici apostoli. E’ attribuita alla scuola del Gagini. Oggi è stata collocata all’ingresso della chiesa.
Resti pavimento originario: A mattono ottagonali in terracotta. Ogni mattone risulta formato da una mattonella centrale quadrata e da quattro losanghe. Portati alla luce durante i lavori di rifacimento della chiesa.
Si trovano sotto la scala di accesso al campanile.
Fonte battesimale: In pietra bianca. E’ formato dal piede e dal fonte vero e proprio. Attorno al piede sono scolpite due teste di uomini e due teste di donne, forse divinità pagane. Nella parte estrema del fonte sono scolpiti “L ‘Agnus Dei, La Madonna col Bambino, il Battessimo di Cristo”.
Datato primi decenni del ‘500. Attribuito alla bottega di Domenico Gagini.
Tela: Raffigura il Battesimo di Gesù. E’ stata dipinta dal pittore Luigi Maniscalco per il venticinquesimo anno di Sacerdozio di Don I. Giaconia Parroco di Geraci.
Cappella della Madonna delle rose: Decorata dall’artista siciliano Francesco Lo Cascio. (doc. 1788).
Tela: Raffigura la Natività. Nel Margine inferiore sinistro si legge : JOSEPH DE GALBO CASTRIBONI PINXIT 1788.
Tela: Raffigura la visita della Madonna a S. Elisabetta ; si vedono anche due figure di uomini : forse S. Giuseppe e Zaccaria.
Si vede pure una figura femminile. Nel margine inferiore a centro si legge : DIE XII AUGUSTI XI EGO PRESBITER D.JOSEPH CARBONA HOC OPUS FIERI FECI A:D: 1651.
Committenti I Ventimiglia. (Vedesi stemma).
Tela centrale: Raffigura la Madonna del Rosario. La tela è circondata da 14 pannelli in legno raffiguranti i misteri del rosario: Gaudiosi a sinistra in basso; Dolorosi a destra in basso; Gloriosi in alto a sinistra e destra.
L’ultimo mistero glorioso è rappresentato dalla tela principale. Tutto sormontato da una scritta su stucco : SICUT DIES VERNI CIRCUNDAVANT EAM FLORENS ROSARUM ET LILLA CONVALLIUM 1781.
Cappella del purgatorio: In essa si riscontra la più antica decorazione a stucco. Presumibilmente è stata decorata da Francesco Alaimo nei primi anni del settecento (doc. del 1749).
Tela: Raffigura S. Agata. Nel margine inferiore si legge: S.Agata V.M.P.A. Proviene dall’ex convento dei Cappuccini.
Tela: Raffigura il Purgatorio con anime espietanti, anime che stanno per essere salvate e al centro la Madonna con Cristo deposto e angeli con gli strumenti della crocifissione.
Tela: Raffigura S. Cristina. Nel margine inferiore si legge: S. Cristina V.M. proviene dall’ex convento dei Cappuccini.
Balaustra: In ferro battuto con motivi floreali. Stile barocco:
Cappella S . Giuseppe
Statua: San Giuseppe con Gesù Bambino in legno 1771. Ignoto scultore napoletano.
Tela: raffigura la Madonna del Carmelo. Nel margine inferiore si legge: 1798.
Lapide: Formata da tre parti. Quella centrale con stemma riproducente nella metà destra un albero con un uccello; nella metà di sinistra un cavaliere armato a cavallo che attraversa un ponte: sotto si legge: OBIT AN ETATIS UAE 64 6° MAI 1683. Nella parte di destra si legge: UT CONTRA ETRUSCOS IN PONTE HORATIUS OLIM VICTOR PONTORNUS SIC EQUES ISTE FUIT. Nella parte di sinistra si legge: MAUSOLEUM HUC TUMULU STRUXIT FRA C. AVARUM AEGRE URNIS PARVIS OSSA MANERE FERENS. Tutta la lapide è circondata da una cornice a motivi floreali con quattro putti agli angoli.
Cappella dell’Annunziata
Altare: In marmo policromo. Eseguito da Salvatore Durante da Palermo nel 1913. Autore e data risultano da una lapide situata sul lato destro dell’altare.
Cornice del quadro dell’Annunziata: Proveniente dall’ex Convento dei Cappuccini. In legno di noce e cipresso con motivi a foglie, fiancheggiato da due finte colonne sormontate da una TRABEAZIONE.
Tela dell’Annunciazione: Di autore ignoto, raffigura la Madonna in ginocchio che riceve la visita dell’angelo Gabriele. Proveniente dal “PRIORATO DELLA CAVA” (1500 circa). Fu prelevata e portata a Geraci nel 1837.
Coro e Sanncta sancotrum
Altare: Ricavato da un sarcofago. Ai lati si notano figure di leoni alati con teste umane in basso rilievo. In pietra bianca. Del 1511.
Leggio: A forma di aquila scolpita in legno alla cui base si legge: 1768.
Ambone: Ricavato da parti di balaustre formato da tre colonne. Del 1710. Nella colonna di sinistra si legge: “SAC. D.IOANIS VINCENTIUS GRECO PROC. - FECIT MAGIST. PETRUS JERACI PANORMITANUS.”
Nella colonna centrale: “ARCHIPRE. V.I.D.D. JACOBO BARRECA ANNO D. 1704.”
Nella colonna di destra: “FECIT MAGIS. A. PHUS CARANGI OHE PANORMI.”
Organo meccanico: Veneziano. 1686. Prospetto originale con pitture. Ampliato con due tastiere con più di mille canne. (1988).
tela dell'Ultima Cena: Raffigura il Cenacolo con i dodici Apostoli. Si trova nel Presbiterio. E’ attribuito al Salerno. Proviene dall’ex Oratorio della Confraternita del SS. Sacramento.
Coro: In legno con pannelli dipinti. Comprende diciannove posti a sedere di cui dieci nell’ala sinistra e nove in quella destra, divisi uni dagli altri da braccioli intagliati con motivi floreali e figure d’Angeli sormontate da una voluta, terminante con testine. I pannelli, quindici nell’ala sinistra, raffiguranti la Vita della Madonna e quattordici nell’ala destra, raffiguranti la Vita di Gesù, sono divise da colonnine scanalate con il terzo inferiore intagliato a motivi floreali. Al di sopra delle colonnine, teste di Angeli reggono il cornicione. Quattro colonnine dell’ala destra sono state rifatte. In ogni pannello si individua un nome, forse, dell’autore. Il Coro è stato realizzato dal Maestro lignaro Antonino D’Occorre (o in dialetto Occurri o Accurri) di Mistretta su commissione dell’arciprete Giovanbattista Notarerrigo, che lavora per fare “li banchi e li sedie del Coro dalla fine del 1644 a tutto il 1650”. Le pitture, si ipotizza siano state realizzate dal pittore Giovan Battista Damasco nel 1652, anno in cui aveva affrescato parecchie cappelle della Madrice tra cui quella della “Madonna”. Lo stesso documento rinvenuto nell’Archivio Parrocchiale di Geraci ci informa che il pittore ha dipinto “lo frixo” dentro il Coro. Le ricerche documentarie rilevano la notizia di un restauro nel 1676 e nel 1790. Nel 2010 il Coro è stato restaurato riportando alla luce le magnifiche pitture presenti in ogni scranno.
Terzo pannello dell'ala sinistra del coro: Raffigura la Madonna in trono col Bambino, circondata da Angeli che reggono una scritta: “BEAT VIRGINIS MARIAE MATRICIS ECCLESIAE 1680”. In basso a sinistra si legge: “D.O.M. MARIANUS FRAXANO AETAT .... “ probabilmente il nome dell’Arciprete che commissionò il coro.
Via Crucis: Stampe in carta telata. Databili 1800.
Cappella S. Gaetano
Tela: Raffigura S. Gaetano ai piedi della Madonna col Bambino.
Tela: Raffigura S. Agostino Vescovo con ai due lati due Angeli. Nel margine inferiore destro si legge : “F. CEL: ANG: P 1734”. Trovasi sopra la scala che porta ai sotterranei della chiesa.
Sagrestia
Decreto di consacrazione: 1496.
Acquasantiera: In marmo bianco. Vi è scolpita una mano che la sostiene. Sull’orlo si legge: “PETRO DETENAS”.
Tele: Due piccole tele settecentesche raffiguranti San Bartolo e San Giacomo. Una tela piccola ovale del ‘700 raffigura San Giuseppe.
Tele degli arcipreti: Ben visibili si notano quindici tele su ventisei degli Arcipreti che si sono succeduti dal 1461 data di inizio delle attività parrocchiali, al 1958.
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Church of Santa Maria Maggiore
Records in the parish archives show that the church of Santa Maria Maggiore was consecrated on August 16, 1495. But its construction dates back more than a century earlier, namely, around the middle of the 14th century ; this is inferred from a careful examination of the portal and from the abundant traces of its original style found and discovered during the renovation and reconstruction work carried out from 1966 to 1970, following orders to close the sacred building to worship.
It is a singular style determined by the so-called "SICULO-ARABO-ROMANIC" art Regarding this definition and denomination, it should be borne in mind what Prof. Emilio Lavagnino Superintendent of the Galleries of Rome and Latium reports. This is the designation that historians of the 19th century assigned to Sicilian artistic manifestations of the Romanesque period. This denomination defines the manifestations of a taste affected by Norman domination and which finds no examples outside our Island. (Catholic Encyclopedia - vol. XI° -page 540).
The church originally did not have its present size. The present chancel was not part of the church, nor were the aisles so wide, but they were the size of half of the nave. This was noted in the resurfacing work.
From the central arch a floor elevation had begun and there the main altar was to be placed according to the style and liturgical norms of the "Cistercians" of which the central arch itself is evidence, a symbol of Christ's triumph over death : in fact the large hanging cross depicted Christ Crucified on one side and Christ Risen on the other.
The church originally was not a parish church. It began to be so in 1460. From the records of the archives, in fact, it appears that the first archpriest was D. Paolo Cuccì who died in 1472 after 11 years of parish ministry. The parish was San Giuliano. In the second half of the 1500s, having had a substantial increase in population, the problem of enlarging the church arose, and in the mid-1600s Archpriest D.Nicola Giaconia, not only was it enlarged but it underwent a radical change in style, resorting as was the fashion then, to a composite style of early Baroque. Thus the beautiful pointed arches were destroyed at the apexes , replaced by round arches plastered with plaster and lime. The roof with trusses of local oak and chestnut wood disappeared above heavy barrel-shaped vaults ; the arabesque windows of limestone were demolished and replaced with half-moon-shaped windows also covered with plaster ; at the bases of these windows large and heavy cornices were executed. To make room for the vaults, however, the chains of the trusses were removed, the struts (monks) shortened, and the thunderbolts abolished, leaving the heavy roof to exert a continuous and inexorable outward thrust. As the years passed, this thrust caused the crumbling of the stone masonry above the roofs of the aisles, resulting in numerous transverse and longitudinal injuries that in 1966 reached proportions that threatened the collapse of the church. That same year, the church was closed for worship in September. Restoration work brought the structure to its original beauty. The side chapels remained in the Baroque style. The windows redone in the original style became twenty-three. The floor was redone on the original Tuscan terracotta pattern. The main altar in carved stone was made from an empty sarcophagus that was in the second side chapel on the left, under the wooden statue of St. Peter.
Facade of the Church of Santa Maria Maggiore: It was originally single-sloped, while today it is straight.
The "ogival" stone portal is original, while the decorative pointed arch, mullioned window , rose window and cornice were added in recent times, as were the cornices of the Bell Tower.
The corner parts of the Tower were redone on A.D. July 1827.
The public clock was superimposed on the Tower.
The works - Left Nave:
Acquasantiera In white marble with pedestal. 16th century.
A Madonna and Child is carved in the center.
Chapel S.Lucia
Statue: In wood. Depicts St. Lucia V. M. 17th century.
Chapel Madonna Maggiore
Statue: Depicts Our Lady of the Snow. Precious testimony to Sicilian sculpture of the late 15th century. In white marble with decorated flowers.
On the octagonal-shaped base is carved the Resurrection;
in the center two faces of angels on one side and two coats of arms (Marquis and Marchioness) on the other.
It is attributed to Domenico Gagini.
Statue: In polychrome wood before 1717. It depicts St. Peter, holding a book in his left hand and the keys in his right hand, a sign of the power attributed to him by the Divine Master. Unknown Neapolitan sculptor.
Balaustra: In reddish marble with inscription: in left half: Archipresbiter V.I.D.D. Iacobus Barreca. Year D.ni 1704. In the right half: Procurator M.r/C Cassata Fecerunt Mar Petrus Ieraci et Mr. Philiph Carancione Pano.ni.
Chapel of the Immaculate: Late 18th century. Decorated by Sicilian artist Francesco Lo Cascio of Motta D'Affermo. (doc. 1788).
Statue: Depicts the Immaculate Conception. Unknown Sicilian sculptor. Above the nocchia on plaster reads: TOTA PULCRA ES ET MACULA NON EST IN TE.
Canvas: Depicts a prelate kneeling before Our Lady with a shrine and a procession in the background. It is Saint Alphonsus de Liguori. The lower right margin reads: 1797.
Urna: Containing relic and statue of St. Vincent Martyr. This is a reliquary from the 4th cent. Spanish-made that was under the main altar of the Church of the Convent of the Capuchins in Geraci.
Frame: It depicts Our Lady of Grace. It is painting on sheet metal from the 17th century. It comes from the Church of St. Stephen.
Chapel of the Holy Sacrament
Altar: In polychrome marble. Marble balustrade by Salvatore and Angelo Allegra marble workers from Palermo. 1782.
Works: Right aisle:
Statue. Depicting Our Lady of Mercede. In white marble with gold flowers. Dates from around the first decades of the 16th century.
Carved on the octagonal base is the Resurrection, in the center two faces of angels and two coats of arms on the other. (The marquis and the marquise).
The pedestal also made of marble shows carved on the facade Jesus with the twelve apostles. It is attributed to the school of Gagini. Today it has been placed at the entrance of the church.
Residents of the original floor: In octagonal terracotta bricks. Each brick turns out to consist of a central square tile and four lozenges. Brought to light during renovation work on the church.
They are located under the access staircase to the bell tower.
Baptismal fountain: Made of white stone. It consists of the foot and the font proper. Around the foot are carved two men's heads and two women's heads, possibly pagan deities. At the far end of the font are carved "The Agnus Dei, The Madonna and Child, the Baptism of Christ."
Dated early decades of the 1500s. Attributed to the workshop of Domenico Gagini.
Canvas: It depicts the Baptism of Jesus. It was painted by painter Luigi Maniscalco for the twenty-fifth year of the Priesthood of Don I. Giaconia Parish Priest of Geraci.
Chapel of the Madonna of the roses: Decorated by the Sicilian artist Francesco Lo Cascio. (doc. 1788).
Canvas: Depicts the Nativity. The lower left margin reads : JOSEPH DE GALBO CASTRIBONI PINXIT 1788.
Canvas: Depicts Our Lady's visit to St. Elizabeth ; two figures of men are also seen : possibly St. Joseph and Zechariah.
A female figure is also seen. In the lower margin at center reads : DIE XII AUGUSTI XI EGO PRESBITER D.JOSEPH CARBONA HOC OPUS FIERI FECI A:D: 1651.
Principals I Ventimiglia. (See coat of arms).
Central canvas: Depicts Our Lady of the Rosary. The canvas is surrounded by 14 wooden panels depicting the mysteries of the rosary: Joyful at the bottom left; Sorrowful at the bottom right; Glorious at the top left and right.
The last glorious mystery is represented by the main canvas. All surmounted by an inscription on stucco : SICUT DIES VERNI CIRCUNDAVANT EAM FLORENS ROSARUM ET LILLA CONVALLIUM 1781.
Purgatory chapel: The oldest stucco decoration is found in it. It was presumably decorated by Francesco Alaimo in the early eighteenth century (doc. of 1749).
Canvas: It depicts St. Agatha. In the lower margin it reads: S.Agata V.M.P.A. It comes from the former Capuchin convent.
Canvas: Depicts Purgatory with atoning souls, souls about to be saved, and in the center Our Lady with Christ laid down and angels with the instruments of crucifixion.
Canvas: Depicts St. Christina. In the lower margin it reads: S. Cristina V.M. is from the former Capuchin convent.
Balaustra: Made of wrought iron with floral motifs. Baroque style:
Chapel S . Joseph
Statue: St. Joseph with Baby Jesus in wood 1771. Unknown Neapolitan sculptor.
Canvas: depicts Our Lady of Mount Carmel. The lower margin reads: 1798.
Lapide: Formed of three parts. The central one with coat of arms reproducing in the right half a tree with a bird; in the left half an armed horseman on horseback crossing a bridge: underneath reads: OBIT AN ETATIS UAE 64 6° MAI 1683. The right half reads: UT CONTRA ETRUSCOS IN PONTE HORATIUS OLIM VICTOR PONTORNUS SIC EQUES ISTE FUIT. The left-hand side reads: MAUSOLEUM HUC TUMULU STRUXIT FRA C. AVARUM AEGRE URNIS PARVIS OSSA MANERE FERENS. The entire tombstone is surrounded by a floral-patterned frame with four cherubs at the corners.
Chapel of the Annunciation
Altar: In polychrome marble. Executed by Salvatore Durante from Palermo in 1913. Author and date result from a plaque located on the right side of the altar.
Cornice of the Announcement frame: From the former Capuchin Convent. Made of walnut and cypress wood with leaf motifs, flanked by two faux columns surmounted by a TRABATION.
Canvas of the Announcement: By an unknown author, it depicts the kneeling Madonna receiving a visit from the angel Gabriel. It comes from the "PRIORITY OF THE CAVE" (ca. 1500). It was taken and brought to Geraci in 1837.
Chancel and Sancta Sancotrum
Altar: Carved from a sarcophagus. On the sides note figures of winged lions with human heads in low relief. In white stone. 1511.
Layer: In the form of an eagle carved in wood at the base of which reads: 1768.
Ambone: Carved from parts of balusters formed of three columns. From 1710. The left column reads, "SAC. D.IOANIS VINCENTIUS GRECO PROC. - FECIT MAGIST. PETRUS JERACI PANORMITANUS."
In the center column: "ARCHIPRE. V.I.D. JACOBO BARRECA ANNO D. 1704."
In the right column: "FECIT MAGIS. A. PHUS CARANGI OHE PANORMI."
Mechanical organ: Venetian. 1686. Original elevation with paintings. Enlarged with two keyboards with more than 1,000 pipes. (1988).
Canvas of the last supper: Depicts the Last Supper with the twelve Apostles. It is located in the Presbytery. It is attributed to Salerno. It comes from the former Oratory of the Confraternity of the Blessed Sacrament.
Chorus: Made of wood with painted panels. It includes nineteen seats, ten of which are in the left wing and nine in the right wing, divided from each other by armrests carved with floral motifs and figures of Angels surmounted by a scroll, ending in heads. The panels, fifteen in the left wing depicting the Life of Our Lady and fourteen in the right wing depicting the Life of Jesus, are divided by fluted columns with the lower third carved with floral motifs. Above the small columns, heads of Angels support the cornice. Four small columns in the right wing have been redone. A name, perhaps, of the author is identified in each panel. The Choir was made by Maestro lignaro Antonino D'Occorre (or in dialect Occurri or Accurri) of Mistretta on commission from archpriest Giovanbattista Notarerrigo, who worked to make "li banchi e li sedie del Coro from the end of 1644 to the whole of 1650." The paintings, it is assumed, were made by the painter Giovan Battista Damasco in 1652, the year in which he had frescoed several chapels of the Madrice including that of the "Madonna." The same document found in the Parish Archives of Geraci informs us that the painter painted "lo frixo" inside the Choir. Documentary research notes news of restoration in 1676 and 1790. In 2010 the Choir was restored bringing to light the magnificent paintings in each pew.
Third panel of the left wing of the choir: It depicts the enthroned Madonna and Child, surrounded by Angels holding an inscription, "BEAT VIRGINIS MARIAE MATRICIS ECCLESIAE 1680." The lower left-hand corner reads, "D.O.M. MARIANUS FRAXANO AETAT .... " probably the name of the archpriest who commissioned the choir.
Via Crucis: Prints on cloth paper. Datable to 1800.
Chapel S. Gaetano
Canvas: Depicts St. Gaetano at the feet of the Madonna and Child.
Canvas: Depicts St. Augustine Bishop with two Angels on either side. The lower right margin reads : "F. CEL: ANG: P 1734." Found above the staircase leading to the basement of the church.
Sagrestia
Decree of consecration: 1496.
Aquasaniera: Made of white marble. It is carved with a hand supporting it. On the rim it reads, "PETRO DETENAS."
Canvas: Two small 18th-century canvases depicting St. Bartolo and St. James. A small oval canvas from the 1700s depicts St. Joseph.
Canvas of the archpriests: Clearly visible are fifteen out of twenty-six canvases of the Archpriests who succeeded each other from 1461 when parish activities began, to 1958.